Quantcast
Channel: L'isola dei cassintegrati » EURISTEO, il precario che voleva sposare la Carfagna
Viewing all articles
Browse latest Browse all 10

EURISTEO, il precario che voleva sposare la Carfagna

$
0
0

Euristeo Precario

Il pequeño Brunetta non è l’unico ministro ad aver “lanciato il bouquet” quest’estate. Anche Mara Carfagna ha detto il fatidico sì, mandando in frantumi i sogni di Euristeo, precario calabrese conosciuto in Rete per la sua pagina Facebook: Euristeo Precario… sposerò la Carfagna!. Il suo non è certo un amore platonico, ma l’orginale forma di protesta contro i tagli all’istruzione decisi dal ministro Gelmini.

Dopo aver sentito Silvio Berlusconi consigliare ad una giovane precaria di sposare “un uomo ricco come mio figlio”, Euristeo prese la decisione: “Sarò sincero, Piersilvio Berlusconi non è proprio il mio tipo, ma se questa è l’unica proposta del Governo per risolvere il problema del precariato…  allora io sposerò la Carfagna!”

Una maniera di manifestare ironica, provocatoria, ma soprattutto originale. Dopo aver parlato con lui via Skype abbiamo scoperto che questa è solo una delle tante protesta “non convenzionali” che ha messo in piedi negli ultimi anni. Dal vivere in una tenda da campeggio per strada, fino a candidarsi come “nuovo boss di Rossano”, questa è la storia di Euristeo Ceraolo:

Euristeo da quanti anni lavori nella scuola pubblica?
Sono precario da 10 anni… ma sto cercando di smettere!  -dice sarcastico- Ho iniziato nel 2001 con una supplenza di 15 giorni e dopo qualche sbalzo ho potuto lavorare per molto tempo con dei contratti a rinnovo annuale, senza nessuna sicurezza sul futuro. Sia chiaro che la mia non è una situazione isolata o anomala, si può dire anzi che nella scuola pubblica italiana questa è la prassi, purtroppo. L’istruzione nel nostro paese va avanti così.

Per un precario, senza nessuna garanzia, esporsi pubblicamente può essere un rischio. Cosa ti ha portato a questa scelta?
Io capisco che ci siano persone che per paura (e giustamente) non vogliano compromettersi pubblicamente. Non me la sento di giudicarli… però sono convinto che se non ci metti la faccia le tue parole non avranno mai la stessa forza. Finché il nostro grido di protesta rimarrà anonimo saremo sempre più deboli. Io ho pagato per essermi esposto: mi sono ritrovato senza lavoro, ho duvuto abbandonare la mia casa a Forlì (dove vivevo da anni), però ho trovato anche tanta solidarietà da parte di uomini e donne che vivevano le mie stesse difficoltà. Il coraggio in qualche modo viene sempre ricompensato.

In questo momento stai lavorando?
Guarda, questo 2011 è stato un anno disastroso per me. Mi hanno chiamato per fare una supplenza di 26 giorni e il primo problema che ho dovuto risolvere in quell’occasione è stato trovare un alloggio. Tutti mi chiedevano delle garanzie di permanenza di almeno un anno, ma come posso garantire qualcosa se io stesso sto cercando delle garanzie sul mio futuro? Quando sei precario scopri che le esigenze fondamentali ti sono precluse e anche trovare un posto dove dormire non è cosa da poco.

Euristeo, in tenda

Come hai fatto? Hai rinunciato alla supplenza?
Fortunatamente ho potuto contare sulla solidarietà di amici e amiche (precari della scuola anche loro) che mi hanno ospitato, però dopo alcuni giorni da una casa all’altra mi sentivo in imbarazzo. Non volevo abusare della disponibilità degli amici ed ero incavolato per la situazione in cui mi trovato. Allora ho preso una tenda da campeggio e mi sono accampato per strada. Fuori dalla mia nuova “casa” ho appeso lo slogan: “HAI VISTO COME FUNZIONA LA TUA RIFORMA? GRAZIE GELMINI!”. La cosa attirò l’attenzione di molti giornalisti e l’ANSA lanció la notizia che poi ha rimbalzato su vari giornali nazionali. Quando ho scoperto il vostro blog ho capito subito che avevamo una cosa in comune, perché raccontando la mia esperienza i quotidiani intitolavano: “Non è un reality, ma la dura realtà”.

Ho letto anche che ti sei candidato a “Boss del Precariato di Rossano”, puoi raccontarci di che si tratta?
Quando a Bologna arrestarono il boss della ‘ndrangheta di Rossano Calabro, il nome del mio paese era sulla bocca di tutti gli emiliani. Io lavoravo a Forlì e le persone non parlavano d’altro in quei giorni… “E i rossanesi oenesti, lavoratori e sfruttati come me?”, mi chiedevo. Siamo in tanti a guadagnarci il pane con il sudore della fronte, ma purtroppo alla mia Rossano non vengono certo riconosciuti i nostri sacrifici. Allora mandai una lettera aperta alla stampa locale pretendendo “lo stesso spazio sulle loro pagine per parlare dei problemi di noi precari della scuola pubblica”, proclamandomi “Boss del Precariato di Rossano Calabro”. Ho sempre pensato che per accendere i riflettori su un problema serio come quello del lavoro bisogna inventarsi qualcosa di creativo, senza usare modi violenti.

Che è quello che hai fatto con la tua pagina Facebook…
Sì, esatto. Inizialmente volevo attirare l’attenzione delle istituzioni locali perché l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna aveva passato una circolare scolastica nella quale vietava espressamente ai precari di rilasciare interviste o lamentarsi con i giornalisti. Altrimenti saremmo andati incontro a delle sanzioni. Ma come? Non solo mi fai vivere senza la certezza di un domani, ma vuoi pure impedirmi di lamentarmi? Nel mio paese in questi casi si dice: “cornuto e mazziato”! Dopo essermi mobilitato con alcuni colleghi, raccolto firme, inviato lettere di protesta, ho creato una pagina su Facebook: Euristeo Precario… sposerò la Carfagna! Il successo è stato nazionale.

Com’è stata la risposta dell’opinione pubblica?
Sono riuscito a catalizzare l’attenzione di molte persone sul problema del precariato, un problema conosciuto ma di cui non dovremmo mai smettere di parlare. C’è da dire una cosa: io non avevo mai creduto nel sindacato, ma durante la mia battaglia ho potuto contare sull’appoggio della CGIL, che ha anche un Coordinamento Nazionale dei Precari. È importante che il sindacato stia al fianco dei lavoratori, perché è l’unico modo per poter presentare le nostre rivendicazioni attraverso un organo istituzionale. Poi ancora più decisiva è stata la grande solidarietà delle persone che hanno saputo interpretare la mia maniera di protestare. Pensate che un anno fa ad Arezzo i precari della scuola in collaborazione con la Onlus Fior di Loto hanno addirittura organizzato un matrimonio fittizio con la Carfagna per “sistemarmi”. [Guardate il video in coda all'articolo]

Qualcuno ha criticato la tua protesta?
Dietro alla simpatica provocazione di voler  sposare la Carfagna c’era la volontà di denunciare i tragici tagli all’istruzione decisi da questo Governo. C’è chi mi avrà deriso per questo, ma io penso che con l’ironia e il sarcasmo si raggiungono maggiori risultati che con la violenza. Perché? Perché se vai a bruciare cassonetti per strada e a rompere le scatole a chi sta come te l’unica cosa che ottieni è attirarti le antipatie di tutti.  Ricordo anche che qualcuno mi ha accusato di voler “politiczzare” la protesta e attaccare il Governo, pensa te! Io Berlusconi l’ho pure votato, perché credevo alle sue promesse di innovazione, ma anche perché le mazzate le avevo già prese nel 2007 con i tagli fatti dal governo di Prodi. Quindi voglio ribadire una volta per tutte che i tagli alla scuola non hanno colore: se questa pessima riforma dell’istruzione l’avesse fatta un governo di centro sinistra io sarei stato disposto perfino a sposare Rosy Bindi…

di Marco Nurra
(21 luglio 2011)


Viewing all articles
Browse latest Browse all 10

Latest Images

Trending Articles